Presentato “Cantautore per errore”, il primo album di Giulio Perrone

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Per errore è sicuramente inappropriato se si parla di Giulio Perrone e il suo primo album”Cantautore per errore”, presentato ieri alla sala conferenze R. Curìa della Biblioteca comunale, coadiuvato dal “giovane Van Halen”, come qualcuno ha definito Gianpaolo Capraro, il chitarrista del disco e della serata. 

Un album sentito e sofferto, offerto da Giulio e nonostante la leggerezza della serata, i temi toccano tasti profondi. Tre brani d’amore: «Ho rincorso per metà della vita donne che non m’hanno amato!» confessa con una risata: “Numero perfetto” è un brano esemplare. Altri 5 trattano temi sociali: come “Yemenita”, denuncia contro il fenomeno delle spose bambine.

Un album che segna il coronamento di un percorso iniziato tanti anni fa, cesellato di momenti di piccole e grandi sconfitte e vittorie. «Non ho mai raccontato questo episodio in pubblico» svela il cantante con la simpatia che lo contraddistingue «Ma vista la platea interessata, farò un coming-out anche su questo: ho provato ad andare ad “Amici”. Ho passato il primo provino, ho passato il secondo, il terzo, il quarto, il quinto… Quando arrivo davanti a Vessicchio, quello mi squadra e mi dice che non posso partecipare perché son troppo grasso.»

Ma questo è accompagnato anche dal successo che ha avuto a The Voice of Albany. Quale studente di medicina a Tirana, ha deciso di tentare la sorte: 2 giudici su 4 si girano, gli altri due hanno già le squadre piene. Arriva fino in semifinale con tanta soddisfazione e un bagaglio musicale arricchito.

Un musicista a tutto tondo, pieno di risorse e cultura «”Cantautore per errore” è una provocazione verso tutti quelli che ritengono che ce ne siano stati solo 4 o 5 degni di questa definizione. In realtà il cantautore è solo un uomo che vuole raccontare qualcosa e lo fa con la musica.» continua il giovane talento.

Un animo sensibile, da artista come fa notare il sindaco lo Giudice in un breve intervento, che ha stoffa e potenziale per sfondare anche fuori la realtà locale.

Alfredo Arturi

Foto: Umile Lionetti