Era calabrese la Marinella che cantava De Andrè

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Lo stesso Fabrizio De Andrè raccontava di aver scritto “La canzone di Marinella” ispirandosi ad una notizia di cronaca nera che aveva letto quando era ragazzo e che lo aveva particolarmente colpito. Nel volume “Storia di Marinella …quella vera” di Roberto Argenta, è stata ricostruita la vicenda ed è quindi possibile dare un nome alla protagonista dell’episodio di cronaca realmente accaduto. Si tratterebbe di una prostituta di 33 anni che venne trovata morta nel 1953 sulle sponde del fiume Olona, nella periferia di Milano. Era Maria Boccuzzi, nata a Radicena frazione di Taurianova in provincia di Reggio Calabria. Trasferitasi a Milano con la famiglia in cerca di condizioni di vita migliori, abbandonò il lavoro alla Manifattura tabacchi per inseguire la chimera dell’arte scenica. 

“Questa di Marinella è la storia vera che scivolò nel fiume a primavera ma il vento che la vide così bella dal fiume la portò sopra una stella”
Fabrizio de Andrè "La Canzone di Marinella" era Maria Boccuzzi

Secondo le ricostruzioni, la donna di origini calabresi dopo aver tentato la carriera di ballerina del varietà con il nome d’arte Mary Pirimpò, si era innamorata di un personaggio equivoco e da quel momento, la sua vita fu tutto un susseguirsi di umiliazioni e minacce finchè iniziò a prostituirsi. La notte del 28 gennaio 1953 Maria Boccuzzi venne uccisa a revolverate e gettata nell’Olona forse ancora agonizzante. Alcuni dettagli sull’omicidio raccontano: “Sei ferite d’arma da fuoco inducono a ritenere che l’assassino anche abbia infierito sulla disgraziata e, deciso a rendere quanto più perfetto il delitto, abbia provveduto a cancellare ogni possibile traccia del suo crimine…s’impadronì di tutti i suoi documenti”. Dalle notizie emerse dalle indagini fatte all’epoca pare che la donna avesse manifestato al suo amante, un ballerino sospettato dell’omicidio, di voler abbandonare quella vita disordinata. La poveretta si sfogava, talvolta, con qualche sua collega di strada alle quali confessava di voleva fuggire via, aprirsi un negozietto e tornare dalla sua famiglia.

La Marinella di Fabrizio De Andrè era quindi una ragazza calabrese che trasferitasi al Nord per cercare amore e fortuna, fu invece trovata da una morte terribile. Una vita fatta di umiliazioni quotidiane, di dolore e di una speranza calpestata giorno dopo giorno e che Fabrizio De Andrè tentò di riscattare con “La canzone di Marinella”. Il giovane De Andrè all’epoca dei fatti aveva 13 anni e sicuramente aveva letto queste notizie proprio sulla stampa locale. “La storia di quella ragazza mi aveva talmente emozionato che ho cercato di reinventarle una vita e di addolcirle la morte“, raccontava Faber.  “Se una voce miracolosa – disse il cantautore – non avesse interpretato nel 1967 La canzone di Marinella, con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi all’avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti”. 

Rispetto a quel destino così crudele e impietoso, a quella umanità degradata che non aveva colto lo splendore in quella donna, l’umanità vibrante che palpitava nel cuore di Faber ha voluto riscattare quella morte con la sua splendida poetica musicale.