Bisignano, gli ambientalisti rispondono alla Cgil: “Si scaricavano veleni direttamente nel Mucone”

Letture: 3772

Comunicato dell’Associazione Ambientalista “Valle del Crati-Bisignano”

L’Associazione Ambientalista “Valle del Crati-Bisignano” tiene a precisare che, pur comprendendo i motivi che hanno spinto alla protesta di martedì i dipendenti ancora rimasti in servizio presso la società Consuleco S.r.l. e le ragioni di chi lavora onestamente, tuttavia bisogna considerare che le cause che hanno portato le Autorità a decidere per il mancato rinnovo dell’AIA e quindi per la chiusura definitiva dell’Impianto in questione, non sono da ricercare in eventi recenti, ma che le considerazioni della Struttura Tecnica di Valutazione del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria è il frutto di una lunga, complessa e articolata serie di accertamenti tecnici, svolti non solo dalla Regione, ma, oltre che dal comune di Bisignano, anche dall’ARPACAL, dall’ASL provinciale, dal Demanio Pubblico e dalla Provincia di Cosenza i cui esiti sono stati presi in esame e discussi in ben tre conferenze dei servizi.

Un’Istituzione come la Regione, non arriva con leggerezza ad una tale e grave determinazione se non ci sono validi e fondati motivi.
Nei servizi televisivi andati in onda, nel dare voce alle ragioni della protesta dei dipendenti sono state comunque dette una serie di inesattezze che intendiamo precisare.
Nel servizio andato in onda lunedì 18 ottobre 2022 sul TG regionale della Calabria di Rai 3, che peraltro ha efficacemente descritto l’inchiesta Arsenico, il segretario generale della Fiom CGIL Calabria, Massimo Covello, si chiede chi depurerà le acque che prima depurava la Consuleco, lasciando quasi intendere che a Bisignano non si farà più alcuna forma di depurazione neanche in ambito comunale.
È opportuno precisare, come lo stesso segretario Covello ha detto testualmente, ai microfoni di un’altra emittente televisiva locale, che “Consuleco è un impianto che depura sostanze inquinanti per renderle meno inquinanti” e che “non serve la comunità di Bisignano. Si trova nel territorio di Bisignano, ma serve un’intera regione e non solo…”
Quindi è il caso di affermare che qui si stanno confondendo le acque…

Il Depuratore privato Consuleco DEPURAVA FANGHI E LIQUAMI DI TIPO INDUSTRIALE PERICOLOSI E NON PERICOLOSI, PROVENIENTI DAGLI IMPIANTI PIÙ INQUINANTI D’ITALIA, (per capirci l’ILVA di Taranto, il Centro Oli impianto Cova di Viggiano, il Petrolchimico di Gela e tanti altri).
Non ha niente a che fare con il Depuratore comunale pubblico che è un impianto distinto e separato, confinante con quello privato il quale, fino al 2020, SI SERVIVA di quello comunale per scaricare i fanghi provenienti dalla depurazione industriale vanificando, quindi, la depurazione comunale!

Tutto questo è andato avanti fino, appunto all’inchiesta Arsenico, dopodiché è stata emessa dal Sindaco un’ordinanza di divieto di scarico nel depuratore comunale.
Come tante volte raccontato, le proteste della popolazione, non sono recenti, ma hanno avuto origine fin dall’inizio dell’attività di questo impianto che ha creato gravi problemi alla popolazione e inquinamento ai terreni, alle acque dei fiumi e all’intero ambiente circostante come hanno dimostrato non solo l’inchiesta Arsenico, che è solo l’ultima in ordine di tempo, ma già dal 2008 in DUE RELAZIONI DELLA QUESTURA DI COSENZA si fa il resoconto e le conclusioni di un’attività di controllo effettuata, oltre che dal personale della Questura, anche da personale della Guardia di Finanza di Acri (CS), del Corpo Forestale dello Stato di Cosenza, dell’ArpaCal di Cosenza settore chimico.
Relazioni nelle quali si accusa, senza mezzi termini, la Consuleco di AVER PROVOCATO UN GRAVE DISASTRO IDRICO DELLE ACQUE DEL FIUME MUCCONE.

Tutto questo è avvenuto in un’area geografica a forte vocazione agricola, se consideriamo che il territorio di Bisignano si estende per la maggior parte nella pianura del Crati, dove sono presenti coltivazioni agricole di grande pregio, alcune con certificazione DOP e DOC, prodotti rinomati e venduti in tutta la regione e anche all’estero. È stato calcolato che, a Bisignano, ci sono circa 4.000 famiglie che lavorano nell’agricoltura e nell’allevamento e quando è scoppiato il caso dell’inchiesta Arsenico, riportato con grande clamore, da tutti i mezzi di comunicazione, questi lavoratori hanno subito un danno d’immagine che ha fatto calare di molto le vendite e quindi gli incassi, nonostante l’acqua per l’irrigazione dei campi, provenga dalla vasca del Muccone che si trova a monte del depuratore, più in alto. Ma questo le persone che comprano i prodotti non lo sanno e in ogni caso, la stessa cosa non si può dire per le acque del Crati, considerando che il Muccone, dopo poche decine di metri, va a confluire proprio nel Crati, con la cui acqua sono irrigate tutte le coltivazioni della piana di Sibari.

Delle conclusioni dell’Inchiesta Arsenico, non ci sono dubbi se consideriamo che la vicenda giudiziaria dell’Amministratore Delegato si è conclusa con il patteggiamento.
Nei servizi televisivi di Martedì è stata data l’impressione che le persone e le strutture che si occupano dell’ambiente nella Regione Calabria, abbiano agito quasi con superficialità e che la decisione sia stata presa solo in base a proteste recenti di pochi cittadini, mentre, invece è questa lunga serie di eventi che ha spinto i cittadini a ribellarsi ad anni e anni di sofferenze.

Le inchieste non hanno fatto altro che certificare e rendere pubblico quello che i cittadini sapevano da anni e cioè che la depurazione non avveniva e le sostanze tossiche finivano direttamente nel fiume, come affermò a Febbraio 2020, in una conferenza stampa, il Procuratore capo Spagnuolo “L’impianto invece di depurare, gettava questa roba nel fiume. Veleno allo stato puro”. E parlò anche di “Valori 40mila volte oltre il limite consentito”
Che cosa doveva succedere più di questo per chiudere un impianto che ha distrutto un intero territorio e messo a rischio la vita delle persone?
Sono questi i fatti che hanno spinto il Sindaco e l’Amministrazione comunale tutta, ad agire nell’interesse prioritario e prevalente della salute pubblica di cui il Sindaco stesso è il primo responsabile.

E sono questi i fatti per cui l’Associazione Ambientalista e la gran parte dei cittadini, esprimono vicinanza al Sindaco e ai consiglieri comunali ai quali staranno sempre a fianco offrendo la propria collaborazione e il proprio sostegno come hanno sempre fatto finora.
In questa lunga e dolorosa vicenda non ha vinto nessuno!
Non ha vinto la Consuleco e non hanno vinto i cittadini che hanno subito per anni questa situazione…
Sono state solo ripristinate la correttezza delle azioni, la trasparenza e la legalità

VIVA BISIGNANO!
ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA
“VALLE DEL CRATI-BISIGNANO”