La decisione – recente – dell’amministrazione comunale di rinviare l’apertura scolastica al 28 settembre ha già assunto i contorni della notizia del giorno, a pochi minuti dalla sua pubblicazione.
Se da una parte l’amministrazione proroga l’apertura per non correre ulteriori rischi e per limitare i disagi, «perché i genitori non possono tornare al lavoro con i bambini a casa e lo Stato, cioè noi contribuenti, non possiamo permetterci di sostenere un’economia che non sia produttiva»; dall’altra parte c’è un fronte che non la prende proprio benissimo. Ci sono genitori che pensano come a una riapertura della scuola nei tempi consoni, in quanto i bambini hanno bisogno di socialità, e anche perché gli stessi genitori non possono tornare al lavoro con i bambini a casa. Situazione dunque caotica.
Arrivano quindi le prime dichiarazioni dopo il comunicato della maggioranza.
Così, dunque il dibattito ha due correnti. Oltre alla corsa contro il tempo per riorganizzare la logistica e la didattica, pesano alcune incertezze sulla possibilità di coniugare il diritto allo studio con la sicurezza di studenti, insegnanti e personale non docente. È un gran bel grattacapo per tutti.