Alexandra Radac, due mesi di silenzi

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BISIGNANO Da due mesi e poco più una ragazza, Alexandra Roxana Radac, è sparita da Bisignano, dove abitava insieme alla madre e alla sorella, senza più dare tracce. Finiti gli aggettivi e i sinonimi per questa storia, forse, si potrebbe riassumere anche in questo modo, ma in tutto ciò ci sono da aggiungere le indagini, gli interrogatori (gli ultimi si sono svolti nei giorni scorsi) nonché tutto un contorno che spesso ha fatto “distrarre” dalla cronaca effettiva. Emerge, intanto, un dato di fatto: della scomparsa in città non se n’è mai parlato volentieri e, men che meno, se ne parla ora, a distanza di due mesi da quel 19 settembre del mistero. Tutto ciò è frutto di una mancata integrazione tra popolazioni italiane e romene nel centro alexandra-roxana-radacstorico? Sarà per la vita eccessivamente chiacchierata della ragazza? Per altri motivi? Chissà, ma ormai la Radac è finita nel dimenticatoio anche per gli stessi bisignanesi. Il mistero ha coinvolto principalmente anche due uomini di età avanzata. Il primo è il vicino di casa che le dava lezioni di guida, il secondo è il signore di Acri che l’aveva assunta per fare da badante alla madre. Quest’ultimo, come ha aggiunto qualche settimana fa, ha preferito non rilasciare più dichiarazioni, mostrandosi preoccupato proprio per le sorti di Alexandra e sentendosi ferito dalle tante voci girate sul conto della ragazza, al quale era molto affezionato. La ragazza, comunque, aveva voglia di lasciare l’Italia al più presto. Come dichiarato più volte dalla signora Ana Radac, Alexandra aveva il pallino della patente e solo da qualche giorno si era ufficialmente iscritta presso un’autoscuola locale. All’uomo di Acri, inoltre, Alexandra qualche giorno prima della scomparsa aveva chiesto dei soldi per tornare in Romania e aggiustare una casa nelle festività natalizie. Molti ipotizzano che Alexandra sia tornata già nella sua nazione d’origine: questo sarebbe, tutto sommato, anche un lieto fine. Finora, però, non c’è da niente da sottovalutare e, soprattutto, non c’è niente di ufficiale su cui concentrare l’attenzione.

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