Agricoltura, bisogna intervenire presto

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Lettera del sindaco di Santa Sofia d’Epiro, Daniele Atanasio Sisca, e del consigliere Natale Groccia, ai vertici agricoli regionali e nazionali per richiedere interventi in favore dei lavoratori.

All’ attenzione

Ministro delle Politiche Agricole e Forestali

Teresa Bellanova

 Assessore all’ Agricoltura Regione Calabria

On.Gianluca Gallo

Santa Sofia d’ Epiro è un paese in provincia di Cosenza di circa 2500 abitanti vocato da sempre all’agricoltura. L’80% della popolazione, infatti, vive in modo diretto o indiretto di Agricoltura e produce prodotti di altissima qualità basate sulla messa in atto di diversi fattori: CULTURA, TRADIZIONI, SACRIFICIO E PASSIONE.

Il nostro paese ha una giacenza collinare e gode di caratteristiche pedoclimatiche che favoriscono in modo significativo le coltivazioni (Olivo, Vite, Fico, Mandorle ecc..) e quindi produzioni di altissima qualità (aziende certificate Biologiche, Dop, Igp, Deco).

Sul territorio sono presenti numerose Aziende Agricole condotte da diverse generazioni di famiglie e soprattutto da giovani che si sono messi in gioco in questo particolare e strategico settore.

Dal mese di marzo di quest’anno la pandemia da covid_19 si è abbattuto sulla nostra quotidinaneità portando conseguenze disastrose anche in tutte le filiere agroalimentari (in primis olivicoltura, zootecnia da carne e da latte, agriturismi ecc.).

Alcune filiere saranno ristorate a breve attraverso la misura 21 del Psr ma altre, purtroppo, sono state escluse da tali ristori.

A nostro avviso, la misura 21 del Psr dovrebbe comprendere tutte le filiere e aziende agricole che hanno subito una riduzione di fatturato.

Riteniamo opportuno segnalare, infatti, i gravi danni economici causati in due importanti filiere: quella olivicola e quella della zootecnica da carne.

1.- Filiera olivicola In questa campagna olivicola si è registrata una mancata produzione del 70% rispetto all’annata precedente a causa degli eventi climatici avversi (piogge abbondanti in fioritura delle piante e successiva siccità estiva che ha provocato la “partenocarpia” ovvero la caduta precoce dei frutti in fase di ingrossamento delle drupe) e patogeni ( Mosca, Tignola).

Giacenze di olio invendute dell’annata precedente a causa delle importazioni di olio proveniente dall’Africa a basso costo, imbottigliato e confezionato come Olio Italiano e venduto nelle grosse distribuzioni a prezzi che non coprono neppure i nostri costi di produzione.

E a tal proposito si chiede anche di eseguire specifici controlli su questo tipo di scenari per evitare frodi alimentari a discapito del consumatore.

Si è inoltre verificata una riduzione del 90% della vendita del prodotto dovuta alla chiusura delle attività di ristorazione e di Vendita diretta al consumatore per via delle restrizioni dei Dpcm per quanto riguarda gli spostamenti tra comuni (Zona Rossa, Zona Arancione).

2.- Zootecnia da Carne

Anche questo settore è stato fortemente colpito dalla pandemia, basti pensare alla chiusura delle attività di ristorazione ma anche la riduzione della vendita diretta al consumatore a causa delle restrizioni dei Dpcm per quanto riguarda gli spostamenti tra comuni.

In questo settore vi è stata una riduzione di vendita stimata al 60%.

La presente lettera non ha la finalità di colpevolizzare qualcuno ma suggerire alle istituzioni di prendere in considerazione queste filiere colpite anch’esse dalla pandemia da Covid-19.

Il settore agroalimentare, possiamo dirlo con franchezza, rappresenta il FUTURO e la SPERANZA per il nostro Comune, per i Comuni a noi limitrofi e per l’intero territorio regionale in quanto è il settore trainante dal punto di vista economico/occupazionale che anche in tempi di Covid-19 ha rappresentato fonte di sostentamento per la società come avvenuto in passato in tempi di crisi e di guerra.

Il nostro auspicio è che giunga un sostegno concreto e duraturo per tutto il settore agricolo.

Concludiamo con una celebre frase, spunto di riflessioni per la nuove e vecchia generazioni: “ll contadino che semina compie il più grande atto di fede. La terra premia o condanna come un inflessibile giudice che non rivela mai i motivi del suo giudizio. E bisogna davvero credere nel futuro per affidare un seme fragile alle forze del vento, dell’acqua e del sole.