La Casa vuota, un documentario che entra nella storia di Bisignano

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Successo per la prima de “La Casa vuota”, documentario curato da Gennaro Lento e Giampiero Esposito, col supporto dell’amministrazione comunale e della BCC Mediocrati

Il documentario pur non possedendo – né volendo possedere – velleità da reel, emerge in tutta la sua bellezza antropologica, grazie alla bravura degli autodi che riescono a instaurare con gli intervistati degli spunti sempre interessanti, attenti e capaci di raccontare la società cratense che viviamo e gli stessi uomini che la descrivono. Fra un indumento, una scarpa, un suppellettile e tanta apatia (rimasta e assorbita fin troppo dalle mura) sentiamo parlare di amore, di fede, di crisi economica, dei valori che ognuno di noi ha nella vita.

Non è il classico rimpiangere ‘navota e le epoche medievali rimaste sino a metà del 1900, quanto una retrospettiva di paese raccontata con candore, chiedendo il permesso di entrare nella vita altrui con garbo e proprietà di valori.

Ci sono spunti alla Turturro, c’è un’originalità anche quando il pubblico si aspetta la banalità telefonata: ed è proprio questo uno dei pregi dell’opera, degna di altre platee, con tutto il rispetto per il pubblico di Collina Castello, che ha premiato gli autori con un boato meritato. Giusto così