Calabria: sanità ancora in pieno caos

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Prosegue la situazione paradossale della sanità calabrese che, lo ricordiamo, è da tempo commissariata causa debiti pregressi accumulati.
Recentemente il commissario ad acta Massimo Scura, che dal marzo 2015 ha il compito di traghettare la sanità locale, ha emanato un nuovo decreto in materia di riorganizzazione delle reti assistenziali.
Il provvedimento in questione, il decreto n.64 del 5 luglio 2016, va a modificare quello già in vigore che era stato emanato nel marzo 2015, non appena Scura fu nominato commissario.
Il nuovo decreto ha suscitato un’ondata di polemiche, soprattutto nella giunta regionale, dove si evidenzia come il commissario starebbe agendo più per adempiere alle proprie scadenze che non nel pieno interesse della sanità calabrese.
Su questa falsa riga è arrivata una lettera spedita a diversi quotidiani dal “Comitato Salviamo la Sanità nel Lametino” e dal “Tribunale dei Diritti del Malato”, nella quale vengono elencati i potenziali punti critici del decreto; primo tra tutti una riduzione della spesa, che sarebbe stata ottenuta solo a fronte della chiusura di 1.800 posti letto circa e del taglio di quasi 5mila dipendenti.
In questo modo, continua la lettera, si tenta di tagliare gli sprechi; ma a fronte di un depauperamento della sanità calabrese che obbligherebbe i cittadini a rivolgersi a strutture di altre regioni.
Una situazione complicata e tremendamente ingarbugliata, che vede un consiglio regionale democraticamente eletto i cui poteri, in riferimento alla sanità, sono passati nelle mani di due commissari (per l’esattezza un commissario e un sub-commissario) nominati da Roma. Quindi dal governo centrale.
Un quadro particolare che sta paralizzando la sanità calabrese, incrementando sempre più il gap con le altre regioni italiane. Un esempio dell’immobilismo arriva dalla questione legata alla cannabis medica. L’utilizzo di farmaci cannabinoidi nati per mezzo dei semi di cannabis di qualità femminizzata e di altre varietà è stato uno dei temi più dibattuti degli ultimi mesi a livello sanitario in tutta Italia.
La Calabria non è ancora riuscita a dotarsi di una legge, malgrado una proposta sia stata presentata al consiglio regionale da oltre due anni. E il risultato è che, spesso e volentieri, persone con patologie per le quali è richiesto questo tipo di farmaci, come la Sla, abbiano problemi con la richiesta di importazione del farmaco dall’estero.
Il sistema sanitario continua ad essere bloccato dai debiti accumulati negli anni, e anche dal commissariamento attuale; e, in questo stato, non riesce ad essere di grande supporto per i cittadini.