Pensioni anticipate, le ultime novità

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Le posizioni tra i sindacati e il governo sulle pensioni anticipate si stanno avvicinando, grazie ad alcuni compromessi, che hanno visto retrocedere, nei negoziati, entrambe le parti. Dopo il richiamo a un atteggiamento meno entusiasta e più prudente della Camusso, dei giorni scorsi, l’ultimo incontro ha portato all’accordo sull’età minima per la richiesta della pensione in modo anticipato, spingendo la soglia minima accettabile, in avanti, di altri 7 mesi. Quindi si potrà richiedere la Ape, tanto per i lavoratori, che abbiano almeno 20 anni di versamenti, già da 63 anni e 7 mesi.

L’aspetto sul quale non si trova ancora un accordo è il tipo di copertura che il governo sarà in grado di garantire a quei lavoratori che svolgono lavori usuranti, e soprattutto ai disoccupati da molto tempo (dettagli su http://espertoprestiti.com/disoccupati). Secondo i sindacati infatti queste categorie non dovrebbero avere alcun tipo di decurtazione o penalizzazione, secondo quanto previsto dal sistema stesso di “anticipo” e conseguente prestito pensionistico (approfondimenti su http://www.calcoloprestito.org), ma nonostante il governo si sia detto sostanzialmente in accordo con la loro posizione, di proposte concrete ancora non v’è alcuna traccia.

Quindi al momento le certezze non sono ancora molte, e oltre all’età minima si sa solamente che l’Ape vedrà la propria inaugurazione pratica a partire dal 1 gennaio del 2017. Ma in ogni caso si dovrebbe trattare al momento di un solo esperimento, che avrà la durata di un biennio, per cui i lavoratori coinvolti, in questa specie di “progetto Beta”, saranno quelli che sono nati tra il 1951 e il 1954. Tuttavia, così come è stato dato prova, nei comportamenti fino ad ora, la sensazione è che da qui al momento in cui ci sarà l’effettiva partenza della pensione anticipata, di cambiamenti ce ne potrebbero essere ancora molti.

Comunque in attesa che la legge in materia prenda una forma definitiva, uno degli aspetti che potrebbero risultare più interessanti per una platea allargata di possibili interessati, è la possibilità, che a breve (si parla già dal prossimo anno) dovrebbe essere concessa la possibilità di effettuare il congiungimento delle varie pensioni, non più a titolo oneroso.