Sant’Umile si dimette, la provocazione riesce

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Sant’Umile si è dimesso: si scherza con i fanti ed anche con i Santi, in questo periodo, nonostante le festività di carnevale siano ancora lontane. Tante sono state le reazioni dei bisignanesi che, di buon mattino, hanno trovato le bacheche della città in cui il secondo Santo della Calabria aveva rassegnato le sue dimissioni. La provocazione-denuncia ha fatto rapidamente il giro dell’opinione pubblica e l’autore di tale protesta, Giovanni Vuono, non si è nascosto, spiegando i motivi di questa trovata in una conferenza stampa. Il manifesto, regolarmente pagato con la tassa di affissione, recitava:«Io sottoscritto Lucantonio Pirozzi, nato a Bisignano il 26 agosto 1582 e morto il 26 novembre 1637, ordinato monaco francescano con il nome di “Frate Umile”, beatificato il 4 ottobre 1880 e santificato il 19 maggio 2002, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, comunico a tutti i miei fedeli devoti che rassegno le dimissioni da Santo.

La responsabilità di questo gesto è da imputare alle istituzioni politiche e clericali di ogni ordine e grado che non hanno saputo valorizzare la mia figura quale risorsa spirituale, sociale e anche economica del nostro territorio. In fede, Lucantonio Pirozzi (ex Sant’Umile da Bisignano)». Il manifesto stampato da Vuono è, dunque, una provocazione che ha scosso gli animi dei bisignanesi. Giovanni Vuono, pubblicitario, è uno dei tanti bisignanesi che lavora al di fuori della cittadina cratense, portando, comunque, Sant’Umile come biglietto da visita della sua terra.

Vuono si definisce “spiritual-futurista” e, nella conferenza stampa moderata da Lory Biondi, emerge anche il suo credo spirituale, con l’autore che pratica il buddismo tibetano. Vuono motiva il suo gesto, davanti alla platea della sala “Rosario Curia”:«Ho raccolto un sentire diffuso e l’ho trasformato in una idea di comunicazione che mi auguro possa suscitare effetto adeguato non solo a livello locale. Non ho interessi personali in questa storia e non avanzo candidature politiche mirate a sfruttare l’argomento. La fede buddista tibetana non m’impedisce di riconoscere in Sant’Umile un grande esempio educativo e culturale, che ha contribuito alla mia formazione e verso il quale nutro sincera devozione e profonda venerazione».  La perenne situazione di stallo sul fronte santuario provoca, dunque, questo gesto eclatante, con Vuono che ha rimarcato il totale abbandono delle istituzioni.

Massimo Maneggio
su: Calabriaora