Ogino Knaus

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L’assessore Algieri si appella al Presidente della Repubblica.

Il sindaco scrive al Papa.

L’assessore alla cultura conciona di premi letterari.

Ed è subito panico fra i consiglieri di Solidarietà & Partecipazione. Nessuno gli aveva detto che bisognasse leggere!

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Un premio letterario a Bisignano? Dopo il Palio e le Serenate? Dopo i Piccoli Europei di Calabria e Miss Valle Crati? Dopo tutti i libri inutilmente stampati e quelli già al macero? Non abbiate paura: al peggio non c’è mai fine!

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Nei profili (pubblici) di Facebook dei bisignanesi, e non, si legge di tutto. Gusti e disgusti. Preferenze e referenze. Gli aforismi dei filosofi e gli amici di Maria (De Filippi?) La classica, i classici, le new entries, il dejà vu del più bieco ed inestricabile o inesplicabile mainstream. Di tutti e di tutto, ben (in)zippato in uno stesso ed unico calderone low profile. Grande apertura o solo mera confusione mentale?

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Pure a Bisignano il Movimento cinque stelle ha fatto il botto. Al Senato 1161 voti e 1336 alla Camera dei Deputati, raggranellati senza il minimo sforzo e senza pagarne il minimo scotto. Un unico e deflagrante botto e poi basta. D’altro canto nella cabina si può pure fare uno strappo ogni tanto; ma metterci la faccia…!

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Mentre la politica romana si consegna, rassegnata e rasserenata, nelle mani di un Presidente della Repubblica ottuagenario ed al suo secondo mandato, la politica bisignanese si affida, pleni chordis, a Sant’Umile, ma il Santo ha già archiviato la pratica: ‘unni vo’ sapiri cchiù!

Enrico Letta si reca al Quirinale con la sua monovolume. Lo stesso Letta che da ministro enfant prodige, a sirene spiegate, si fiondava a casa di un Attico, allora, al culmine della sua ascesa?

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Dopo la scomparsa irredimibile dei partiti della prima repubblica e il carachiri di Rifondazione Comunista, di solo qualche anno fa, l’implacabile falcidia non s’arresta, non risparmiando neanche l’Udiccì, (in)gloriosamente stritolato nel suo ultimo e fatale abbraccio a Monti. Vi ricordate la favola della rana e dello scorpione? Il Piddì, dal suo canto, cantonata dopo cantonata, le sperimenta tutte per non essere da meno, in un lento stillicidio senza requie.

In un quadro di apocalisse della politica romana, che annaspa fra espettorazioni, schizzi di piscio e merda, lacrime di coccodrillo, conati e rantoli, sezioni e circoli sono abbondanti al loro inevitabile e triste destino dell’inciucio perpetuo, continuando a non avere voci in capitolo. Non resta che esprimere umana solidarietà agli orfani di questa tragedia immane. Quale futuro per Lo Giudice Francesco e Fucile Francesco? E Mario D’Alessandro e Fernando Bisignano come faranno senza le primarie del Piddì?

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Leggo dal blog di Francesco Lo Giudice: Sono stato invitato dall’amico on. Franco Laratta, già deputato Pd, a relazionare all’incontro da Lui stesso organizzato dal titolo: ”Democrazia, corruzione e futuro della politica!”, alla Sala del Coni a Cosenza. Presenti almeno una cinquantina di persone, tanti amici democratici da diverse parti della Calabria, tra cui personalità del mondo sociale, politico e sindacale calabrese, come l’Avv. Salvatore Perugini, già sindaco di Cosenza, Roberto Castagna, segretario regionale della Uil, ed altri. Al tavolo dei relatori insieme a me: Franco Laratta, Roberto Iozzi, già Segretario provinciale dei giovani democratici di Catanzaro e Marco Ambrogio, Consigliere comunale Pd di Cosenza.

Democrazia, corruzione e, soprattutto, futuro della politica!

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Francesco Lo Giudice sindaco di Bisignano? È nelle sue corde. È nel suo DNA. È nel suo destino. Da liberal del Piddì è aperto a tutte le possibilità di intese.

Francesco Fucile sindaco di Bisignano. È nelle sue corde. È nelle sue preci ed opere di misericordia. È nel suo destino. Ma il destino sa essere cinico e baro quando vuole.

Francesco Lo Giudice, Francesco Fucile, due uomini prestati alla politica ed un solo ed inevitabile crudele destino.

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In Reliquie sacre, de 19 giugno 2012, retoricamente mi e vi domandavo: Cosa faranno gli ex candidati sindaci Francesco Fucile e Francesco Lo Giudice qualora si vedessero franare sotto i loro piedi rispettivamente l’Udicci e il Piddì? Ammesso e non concesso che il consigliere Francesco Fucile non si rassegni all’avversa sorte elettorale, a cosa si aggrapperà per continuare a nutrire ancora le sue ambizioni? E il consigliere Francesco Lo Giudice esplicherà il suo ruolo di giovane promessa della politica visignanisa in veste di bastone della vecchiaia di Roberto Cairo o agirà a fiuto, cogliendo la palla al balzo per coronare le sue aspirazioni?

Le larghe intese sono un modello perfetto da estendere, dal centro, alla periferia. La paura di essere bidonati fa miracoli e compatta.

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Dopo il governo di larghe intese e la millantata rappacificazione (c’è mai stata guerra?) quando sarà lunga attesa per una unificazione sotto un’unica bandiera? Sarà il Piddì a confluire, toto corde, nel Pidielle o viceversa?

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Non si capisce perché la nascita del nuovo, a sinistra, proceda sempre per partenogenesi e viene calata sempre e comunque dall’alto. Vedi Vendola, vedi Ingroia, vedi Barca, che sembrano essere più interessati a rappresentare sé stessi che altri. E poi perché mai Vendola, Ingroia, Barca dovrebbero continuare ad avere un ruolo ed una presenza a sinistra?

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Alla luce dei primi risultati elettorali del febbraio scorso, il candidato e consigliere Roberto Cairo è rimasto incredulo, sbigottito, non credeva ai suoi stessi occhi ed orecchi. Ma come? Ma perché? Ma è possibile? …Cazzo, dei dilettanti!  L’exploit del Movimento cinque stelle, il candidato e consigliere Roberto Cairo non lo ha proprio digerito. I professionisti fuori e i dilettanti dentro? E che cazzo! La sorte sa essere davvero crudele a volte. Ma non si adonti, più di tanto, il candidato e consigliere Roberto Cairo, egli appartiene ad una categoria tutta a sé, i dilettanti della politica di professione.

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Ultimo consiglio comunale. Banchi di maggioranza disertati. Risolini di scherno degli assessori Grispo e Algieri. Lo Giudice Jr. nei suoi panni di democristiano d’antan spaesato come un pulcino bagnato. Francesco Fucile che fa il sacrestano. Roberto Cairo e Umile Bisignano che fanno a gara a chi si esprime (spreme?) meglio in italiano. Come sempre, finisce in vacca.

Ma chini ha vutati? Ma, tu ha vutati? Picchì, tu ha vutati?

Si consiglia vivamente di far precedere la trasmissione televisiva di ogni consiglio comunale dalla scritta: la visione è vivamente sconsigliata a tutti i bisignanesi che hanno raggiunto l’età della ragione.

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Umile Bisignano è uomo del popolo. Il popolo lo vuole e il popolo è sovrano. La gente lo vuole, lo brama, lo desidera e soprattutto non ama sentirsi in un stato di manifesta inferiorità. Umile Bisignano sindaco di Bisignano semplice tautologia o solo miracolo?

Rosario Lombardo