Il Comitato “per la modifica della L.R. 11/2003 in materia di bonifica” risponde all’Europarlamentare Mario Pirillo

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Abbiamo appreso di un lungo comunicato stampa diramato da Bruxelles dall’On. Mario Pirillo (PD), con il quale sostiene e difende la riforma del sistema dei Consorzi di bonifica calabresi da lui avviata, nonché la legge regionale che l’ha ispirata, la n. 11/2003. Il comunicato è stato diffuso una settimana dopo l’invio di una nostra petizione al Parlamento Europeo, ma prima che venissero depositate quasi 8.000 firme di cittadini calabresi a sostegno di una proposta di modifica della L.R. 11/2003,  per il riconoscimento del sacrosanto diritto di pagare i tributi ai consorzi solo nel caso in cui questi enti forniscano servizi e vantaggi ai consorziati. Così, mentre i cittadini calabresi cercano di sopperire all’incapacità della politica regionale, l’On. Pirillo, ex Assessore all’agricoltura della Regione Calabria, ora eurodeputato del Partito Democratico, espone nel suo comunicato una serie di premesse fallaci per trarre, infine, conclusioni del tutto illegittime.

L’Onorevole parla di riforma partita dal basso, definita dall’A.n.b.i. come modello per l’Italia in termini di partecipazione e qualità ma non dice che la stragrande maggioranza dei calabresi neppure sapeva che i propri immobili erano stati compresi nei comprensori di bonifica. Moltissimi, come il sottoscritto, lo appresero quando ricevettero il tributo da pagare, naturalmente senza aver mai visto benefici da opere ed attività di bonifica. Ma basta guardare i verbali del 2009 relativi alle elezioni degli organismi di gestione dei consorzi. Ad esempio, per il Consorzio dei Bacini Meridionali del cosentino votarono meno del 10% degli aventi diritto. Le elezioni furono salutate come l’inizio di una nuova era senza commissari, con i consorzi finalmente autogovernati dagli agricoltori. Nonostante le liste dei candidati fossero state presentate dalle maggiori associazioni di categoria agricole, ad essere eletto Presidente del Consorzio dei Bacini Meridionali del cosentino fu l’ex Commissario del  Consorzio Sibari-Crati (nominato Commissario nel 2005 proprio su proposta dell’On. Pirillo), che non può definirsi certo un agricoltore. Non è l’unico caso calabrese di Presidente non agricoltore di un Consorzio di bonifica che dovrebbe essere autogovernato dagli agricoltori! Vicenda emblematica quella del Consorzio Sibari-Crati, posto in liquidazione con un debito di 36 milioni di euro, per scoprirsi successivamente che i debiti erano oltre 150 milioni di euro, vicenda sottoposta all’esame della Commissione Speciale di Vigilanza del Consiglio Regionale.

A parere dell’On. Pirillo la L.R. 11/2003  rispetta quanto previsto dalla legge quadro nazionale, il R.D 215/1933, il cui art. 59 non lega il contributo per fini istituzionali al beneficio, ma neppure lo esclude espressamente. Si è omesso di dire che sul punto è intervenuta più volte la Corte di Cassazione (ex pluribus: Sent. nn. 8770/2009, 9493/1998, 8960/1996, 877/1984), chiarendo che le spese per l’adempimento dei fini istituzionali (spese per le sedi dei consorzi, indennità degli organismi di gestione, ecc.) sono componenti dell’onere economico complessivo che l’opera di bonifica richiede, perciò esse ricadono solo su chi riceve un beneficio dalle opere di bonifica. Ed infatti le leggi in materia di bonifica di altre Regioni Italiane, come la Puglia, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, per citarne solo alcune, prevedono espressamente che tutte le spese relative al funzionamento dei Consorzi di Bonifica debbano essere ripartite tra le proprietà consorziate che ricevono un beneficio.

Attualmente i Consorzi calabresi, caso unico in tutta Italia, sono sprovvisti dei piani di classifica, lo strumento che individua e quantifica il beneficio che gli immobili consorziati ricevono dalle opere di bonifica, il solo strumento in grado di garantire un corretto esercizio del potere impositivo da parte dei consorzi. E’ falsa l’affermazione dell’Onorevole quando afferma che “oggi i Consorzi sono costretti per legge, in virtù di una norma transitoria, art. 42, comma 2, L.R. 11/2003, ad emettere, sino alla approvazione dei piani di classifica i ruoli di contribuenza con le tariffe in vigore al momento della riforma”. La norma transitoria contenuta nell’art. 42 stabilisce chiaramente al primo comma che entro un anno dall’entrata in vigore della L.R. 11/2003 (quindi entro l’anno 2004) i Consorzi erano tenuti ad effettuare l’elaborazione dei piani di classifica, stabilendo al secondo comma che nelle more i Consorzi erano autorizzati ad emettere i ruoli di contribuenza per come fino allora fissati. Le “more” è da intendersi nell’arco di quell’anno che veniva concesso ai consorzi per elaborare i piani. Ebbene, sono decorsi quasi 10 anni da allora, ma i piani di classifica aggiornati non si sono mai visti.

Ciò che lascia veramente sconcertati è il fatto che l’Onorevole affermi candidamente che “la superficie amministrativa dei Consorzi di Bonifica ammonta in Calabria a circa 1.027.732 Ha . La  superficie attrezzata ed interessata dalle opere pubbliche di bonifica e di irrigazione ammonta a circa 80.000 Ha (dati INEA) cioè circa l’8% dell’intera superficie consortile”. Ciò significa quindi, che attualmente il 92% della superficie consorziata che non è interessata da opere di bonifica e di irrigazione, viene tassata in base alla lett. a) dell’art. 23, L.R. 11/2003, per mantenere in vita dei consorzi che recano beneficio all’8% della superficie consorziata. Se così fosse, ciò costituirebbe una violazione dell’art. 54 del R.D. 215/33, il quale stabilisce espressamente che: “possono costituirsi consorzi tra proprietari degli immobili che traggono beneficio dalla bonifica”, e non tra quelli che non traggono alcun beneficio, come invece avviene in Calabria.

La situazione sui Consorzi calabresi non sembra essere migliorata da quando la Corte dei Conti, Sezione Regionale di controllo per la Calabria, affermava  nel 2007 (Delibera 348/2007) che “i compiti dei Consorzi di bonifica sono piuttosto sconosciuti alla stragrande maggioranza dei cittadini e spesso degli stessi consorziati: sono scarse le informazioni sulla loro natura, nonché sui compiti che sono loro affidati e, soprattutto, sull’attività che sono chiamati a svolgere, anche perché nessuna attenzione sembrerebbe essere stata rivolta dall’amministrazione regionale al loro operato e su quanti dei compiti cui sono chiamati a rispondere vengano effettivamente ed efficacemente svolti.”. C’è bisogno di maggior trasparenza. A ciò si potrebbe ovviare utilizzando siti web dove pubblicare notizie sui bilanci, sulle persone all’interno degli organi di gestione, sugli statuti consortili, sui criteri di calcolo dei tributi, ecc., così come avviene nel resto d’Italia.

In un comunicato stampa del 30.12.2012, la C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) della Calabria  riteneva che dopo due anni dall’entrata a pieno regime della legge di riforma i risultati si sono rivelati modesti e irrisori, denunciando una serie di criticità che riguardano il sistema dei Consorzi calabresi:

“- i bilanci dei singoli Consorzi continuano a registrare forti squilibri economici finanziari;

– manca uno schema unico di bilancio ;

– persiste una preoccupante esposizione finanziaria nei confronti di Enti Previdenziali oltre a contenziosi  di varia natura;

– permane uno stato di elevata  conflittualità con la contribuenza agricola ed extra agricola  per l’assenza di piani di classifica;

– manca una strategia efficace  per l’ottimizzazione delle risorse umane ;

– si registra l’assenza di una strategia per la riduzione dei costi di gestione ( taglio spese inutili) al fine di reperire risorse da destinare al miglioramento dei servizi a partire da quello irriguo;

-permane un livello elevato  di elusione ed evasione;

-a fronte di perdite d’esercizio dei singoli Consorzi gli stipendi dei livelli dirigenziali continuano ad essere non proporzionati ai risultati di gestione.”

Non è più sostenibile e tollerabile una tale situazione e i cittadini calabresi stanno dando chiari segnali in questo senso. Le 8.000 firme raccolte da un Comitato di cittadini per la modifica della L.R. 11/2003 sono una prova evidente.

E’ ora che questa Regione avvii una seria discussione sul sistema dei Consorzi di Bonifica ed elimini le criticità che impediscono ai Consorzi di svolgere le proprie funzioni e finalità.

Cordialmente,
Carmelo De Luca, Presidente del Comitato “per la modifica della L.R. 11/2003 in materia di bonifica”.

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