“How I met your mother”: un finale che durerà per sempre

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È andato in onda nel lunedì sera americano, quando in Italia era notte fonda, l’ultimo episodio di “How I met your mother”, la sit-com che negli ultimi dieci anni è stata un vero e proprio fenomeno. Un doppio episodio, dal titolo “Last Forever”, che significa appunto “Durare per sempre”, giocando però con l’ambiguità del termine inglese “Last”, che significa soprattutto “ultimo”. È stato un trionfo: quasi 13 milioni e mezzo di spettatori per conoscere la fine del racconto di Ted Mosby, per scoprire assieme ai suoi figli come ha conosciuto la madre.

Da folle appassionato della serie non mi sento di esimermi dal dire due parole per salutare a modo mio una serie che ho sentito molto a livello personale, tanto da comprare un ombrello giallo (gli appassionati sanno di cosa parlo). È un articolo che scrivo solo ora per la volontà di essere il più lucido possibile valutando tutto a bocce ferme.

DA QUI IN AVANTI L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER – SE NON AVETE VISTO L’ULTIMA STAGIONE VI SCONSIGLIAMO DI PROSEGUIRE LA LETTURA.

Diciamolo subito, il finale ha fatto discutere. O meglio, il finale del finale: gli ultimi cinque minuti. Alla fine del racconto (anno 2030) scopriamo che la Madre, il cui nome è Tracy, è morta da ormai sei anni. E noi, che l’abbiamo attesa per otto anni, non possiamo che rimanerci male. Ma “How I met your mother” non è una sit-com come le altre: negli anni ha mostrato un elemento drammatico che le ha conferito un tono più realistico, contribuendo a farla affermare presso il pubblico. Ricorderanno i fan che eventi tragici c’erano già stati: la morte del padre di Marshall, l’incidente automobilistico accorso a Ted e poi quello di Barney, ad esempio. Ecco, questo tipo di eventi, che in tv non si vedono ma che purtroppo accadono nella vita vera, hanno dato alla serie quel tocco di realismo di cui dicevamo prima. Quindi, il fatto che Tracy in realtà muoia per una malattia rientra nella logica della serie, nei suoi parametri. Quello che non vi rientra è altro.

Nella serie tutti i personaggi sono cresciuti, come è giusto che sia in uno show così longevo: partiti che avevano circa 26 anni, all’ultima stagione hanno ormai abbondantemente superato i 30 e quindi non sono più ragazzini. Ted stesso nel suo racconto, quando parlerà del primo appuntamento con Tracy, dirà che in quegli otto anni è molto cambiato; gli altri personaggi pure hanno avuto la loro evoluzione: Robin era una donna interessata solo alla carriera che non aveva mai visto di buon occhio le relazioni a lungo termine e invece adesso sta per sposarsi; Barney era un Peter Pan donnaiolo incallito ma ormai ha messo la testa a posto assieme a Robin; Marshall e Lily sono diventati genitori e hanno piantato i piedi per terra.

Ecco, tutto questo negli ultimi venti minuti viene come dimenticato, cancellato: dopo il matrimonio, Robin viene completamente assorbita dal lavoro di reporter all’estero e il matrimonio ne risente, così che con Barney decidono di divorziare. Dopo il divorzio Barney ritorna alla vita di sempre, quella del playboy, creando anche nuove tecniche di rimorchio; Robin invece si allontana un po’ dalla compagnia non potendo sopportare la vista del suo ex marito e di Ted (“il ragazzo che forse avrei dovuto sposare”) felice assieme a Tracy e non con lei. Barney arriva a toccare il fondo: in una delle sue avventure mette incinta una ragazza (della quale non viene nemmeno detto il nome!) e solo al cospetto di sua figlia appena nata vedremo di nuovo un Barney adulto, in una scena che tocca il cuore. Dopo averci detto tutto questo, alla fine Ted ci rivela il primo incontro con la madre, con Tracy: alla stazione del treno, sotto la pioggia, riparati dall’ombrello giallo che i due si sono inconsapevolmente scambiato negli anni. Ecco il finale romantico che abbiamo atteso per nove stagioni. Una serie normale finirebbe qui, ma non “How I met your mother”.

Perché il finale è stato già scritto e girato nove anni prima (per una questione pratica: i giovani attori che interpretano i figli di Ted sarebbero cresciuti, mentre tutto sta, in teoria, nello spazio di un racconto in un pomeriggio), e dunque per tenere fede al finale già confezionato bisogna ritornare ai personaggi così com’erano quando quel finale è stato pensato: stagione uno. Dunque, Ted è innamorato di Robin. Penny, la figlia di Ted, lo rende noto: ‘in questa storia la madre appare appena – dice, ed ha ragione – l’unica costante di questo racconto sei tu che ami follemente la zia Robin; ci hai raccontato questa storia solo per chiederci se a noi va bene.’ Ricevuto il benestare dei suoi figli, Ted si ripresenta da Robin, sotto la stessa finestra e con in mano il medesimo corno blu. Di nuovo.

È un finale che ci sta? Certo che ci sta, sia per quel discorso di realismo della serie a cui accennavamo prima, sia perché in fondo Penny ha ragione. È un finale maledettamente coerente, ed è una cosa che nessuno si aspettava. È nello stile della serie. Ma ci sono alcune pecche.

Innanzi tutto, sembra un finale inaspettato, ma rientra nel classico finale da sit-com: una coppia che negli anni fa tira e molla, ma alla fine tornano insieme. Avete presente F.R.I.E.N.D.S. e Scrubs? Ecco…

Passiamo alla trama. Come dicevamo, si buttano all’aria otto anni di evoluzione dei personaggi, Ted e Barney su tutti. Un finale del genere sarebbe andato bene se la serie fosse terminata dopo poche stagioni, ma già quando viene introdotta la figura della madre (quando le si vedono di sfuggita i piedi) essa diventa più reale: noi la vediamo e vogliamo conoscerla. Soprattutto, è un finale che non diventa più adatto quando nasce la storia Barney-Robin, quando Barney cambia totalmente per diventare un romanticone che si spreca di parole dolci per Robin. Dopo una stagione passata a far vedere quanto Barney sia preso dalla storia e cambiato per essa in vista del matrimonio, non si può riportarlo a ciò che era all’inizio nel giro di tre minuti scarsi.

Infine, crolla così tutta la mitologia della madre: siamo sicuri che Tracy sia stata davvero “l’amore della vita” di Ted Mosby? Così ci è stata trasmessa per tutta la serie, ma ha ragione Penny: dal racconto sembra che Ted sia stato sempre, sotto sotto, innamorato di Robin. Tracy appare appena nella vita di Ted. Alla fine diventa un “utero surrogato” (per dare due figli a Ted, cosa che non poteva fare con Robin) e un mero espediente narrativo. L’attesa di nove anni da parte degli spettatori, la costruzione del lungo racconto in attesa del momento finale, vengono abbattuti come un castello di carte nei tre minuti finali.

Non saranno certo tre minuti a demolire quanto fatto in nove anni: restano più di duecento episodi scritti con grande maestria che strappano via sorrisi e lacrime, e questo resterà. Resterà anche il finale, perché se ne parlerà per anni (un po’ come per Lost), fra coloro che lo amano e coloro che lo odiano. Certamente, un finale che durerà per sempre.

Mario Iaquinta