Corsi professionali per la formazione in Restauro Ligneo

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Chi segue la stampa quotidiana ha potuto apprendere la notizia dell’ istituzione di un laboratorio di liuteria nella città di Montalto Uffugo, centro questo che ha tutto il diritto di vantare una nobile tradizione artistica nel nome di Ruggero Leoncavallo, ma che non possiede una propria tradizione liutistica.

       A Bisignano, invece, l’Amministrazione Provinciale e il suo Assessorato alla Formazione Professionale, hanno autorizzato, “graziosamente, bontà loro “, un corso di 600 ore per la formazione di giovani “restauratori lignei” i quali, per potere accedere alla concessione dei relativi “ vouchers formativi “, devono dimostrare di far parte di famiglie povere o poverissime, con un reddito complessivo che rasenta la soglia della povertà!
      E’ una vera assurdità questo modo di fare e tutto per giustificare, in qualche modo, sei lungi anni di totale assenteismo della Regione Calabria e della stessa Amministrazione Provinciale di Cosenza, da quando ne ha la competenza, che hanno lasciato languire, nel più assoluto abbandono, e nell’abulia del non far nulla, un’istituzione come il C.R.F.P. di Bisignano nato, dopo tante difficoltà, per cercare di perpetuare l’antichissima tradizione della liuteria della dinastia  De Bonis che risale a tre secoli fa e che è attualmente, testimoniata  dall’ illustre maestro, Vincenzo De Bonis III°.

    Eppure i responsabili dell’Assessorato provinciale alla Formazione Professionale avevano garantito il rilancio del Centro di Bisignano che avrebbe conservato la sua primitiva destinazione che era, appunto, la liuteria, mobilissima arte, vanto e prestigio per Bisignano, per la Calabria e per l’Italia intera che, per merito dei meravigliosi strumenti musicali: violini, chitarre classiche, mandolini, mandole e chitarre barocche, costruite nella bottega dei De Bonis di via Giudecca, a Bisignano, erano divenute famose nel mondo.

    La concessione di un corso di 600 ore per la formazione in Restauro ligneo, se non è una vera mortificazione, è certamente un inutile ripiego che non favorirà, assolutamente, il rilancio del Centro che, evidentemente, rischia la chiusura definitiva.

    Eppure c’erano tutte le condizioni per un suo effettivo rilancio. Infatti a Bisignano opera da alcuni anni nel suo laboratorio di Liuteria, il giovane maestro liutaio Francesco Pignataro, diplomatosi proprio nel C.R.F.P. per la Liuteria di Bisignano, nei primi anni novanta e che già si è affermato, abbastanza, nel campo della costruzione della chitarra classica da concerto.

    Un altro giovane liutaio di Bisignano, specializzato nella costruzione dei violini, pure lui diplomato liutaio nel C.R.F.P. per la Liuteria di Bisignano, si è affermato in Scozia, ad Edimburgo, dove il suo laboratorio è divenuto un centro artistico e culturale a livello europeo.

    Si tratta di Andrea Pontedoro che, rimasto decisamente attaccato alla tradizione della liuteria nostrana, desidera ritornare nella sua città natale per contribuire a conservarla e tramandarla ai posteri.

    C’è da considerare, inoltre, che sulla Collina Castello di Bisignano è stato costruito, con finanziamenti del PIT, il Museo della Liuteria, un’opera che per decollare definitivamente e diventare un centro culturale a livello nazionale, ha bisogno di interventi importanti che non può assicurare la sola Amministrazione comunale locale.
  Mario Guido